Perche la vita non ha senso se non la racconti a qualcuno…

Archivio per 15 gennaio 2012

Pescara vs Verona


Il punto

Calcioscommesse, ecco cosa
succederà alla serie A…

Ora tocca alla giustizia sportiva: la procura della Repubblica di Cremona ha fatto (sta facendo) un lavoro importante sul vasto, delicatissimo fronte della giustizia sportiva. E il merito principale è delle intercettazioni, che hanno consentito di scoprire intrecci internazionali che diversamente non sarebbero stati scoperti (e pensare che qualcuno voleva proibirle, le intercettazioni…). I rapporti fra il capo della Procura cremonese, Di Martino, e il procuratore federale, Stefano Palazzi, per fortuna sono ottimi: si sono sentiti anche nei giorni scorsi. Di Martino ha chiesto a Palazzi di aspettare sino al 20 gennaio prima di mettersi in movimento: i due magistrati si incontreranno al termine della prossima settimana. Solo dopo, Palazzi e i suoi investigatori (fra cui ce ne sono alcuni di grande esperienza ed affidabilità) potranno iniziare gli interrogatori: probabilmente toccherà a circa 40 “tesserati”, fra calciatori e dirigenti, dalla A sino alla Lega Pro. I processi (sportivi) dovrebbero iniziare verso aprile. Ma il vero problema è che le condanne devono essere afflittive. Ad esempio: chi si salva sul campo, deve retrocedere se penalizzato. Come fare quindi per non sconvolgere il campionato di serie A proprio nelle battute finali? Una soluzione c’è: fare scontare le condanne solo dalla prossima stagione. In questo caso serie A, B e Lega Pro avrebbero un discreto numero (forse più di una decina) di club che partirebbero con una penalizzazione dai tre punti in su. Ma almeno si salverebbero i campionati in corso. Questa idea comincia a prendere sempre più corpo. E a molti club, anche importanti, farebbe comodo…

E se Lotito diventasse vicepresidente della Lega di A?
Una vicenda assurda, una battaglia di cui il mondo del calcio avrebbe fatto volentieri a meno: è lo scontro, senza esclusione di colpi, fra Claudio Lotito, presidente della Lazio (ancora sotto scorta, e non si capisce bene il perché) e i vertici dello sport (Coni e Figc). La Cgf, Corte di giustizia federale, ha dato ragione a Lotito: pur condannato per frode sportiva a Napoli, non decade da consigliere federale. Ma questo è solo un parere, consultivo e non vincolante, e il presidente della Corte, Giancarlo Coraggio, ha preferito dimettersi sia perché a febbraio diventa presidente del Consiglio di Stato (al posto di De Lise, altro uomo di sport), sia perché la sua decisione-intrusione ha portato ad un durissimo attacco da parte di Giovanni Petrucci. Attenzione, il n.1 del Coni non è intervenuto su una sentenza, cosa che mai ha fatto e mai farebbe, ma solo su un parere, che come detto è solo consultivo. E anche la Figc, pur non essendosi espressa ufficialmente, fa sapere di essere in piena sintonia con Petrucci, perché la Corte è intervenuta su un terreno che non le competeva. Adesso Abete (come d’altronde gli altri presidenti federali) deve ratificare le nuove norme del Coni, fissate dalla Giunta (di cui fa parte lo stesso Abete) all’unanimità: in base a queste regole etiche Lotito non può più fare parte del consiglio federale, e lui di dimettersi non ha alcuna intenzione (anzi…). La Figc prende tempo e non essendoci motivi di urgenza non ha ancora fissato il primo consiglio federale del 2012, dove chiaramente Lotito si presenterà. Fra l’altro, il 23 gennaio c’è un assemblea di Lega dove c’è da nominare il vicepresidente (il n.1 dicono che sia Maurizio Beretta…). Secondo alcune voci, ci sono ottime possibilità che Lotito venga nominato vice, in modo da rafforzare ancora di più la sua posizione. In questo caso, lo scontro con Coni-Figc aumenterebbe.

Tessera del tifoso: è arrivato il momento di abolirla
Prima riunione del 2012 dell’Osservatorio del Viminale: si è insediato a dicembre il nuovo numero 1, il dirigente generale Roberto Sgalla, che già conosce bene il mondo del calcio. Si è parlato soprattutto della tessera del tifoso: secondo il Viminale deve diventare sempre più “un vero e proprio servizio per il tifoso” e non essere, come “peraltro accaduto solo in pochi casi, come strumento di attuazione di politiche commerciali”. Saranno pochi casi, d’accordo, quelli della tessera-business, ma vanno cancellati, e in fretta. C’è anche una sentenza che lo dice. Anzi, a questo punto, passata l’ondata emergenziale e cambiato il governo, sarebbe il caso di abolire la tessera e trovare altri sistemi per emarginare i violenti. E’ assurdo penalizzare le persone perbene, cercare di tenerle lontane dagli stadi, e dalle trasferte. La tessera è arrivata alla sua seconda stagione: ci pensi il nuovo ministro dell’Interno, Anna Maria Cancellieri, e ci pensino i “tecnici” dell’Osservatorio se non è il caso di chiudere l’esperienza qui.

Fulvio Bianchi @repubblica.it