Perche la vita non ha senso se non la racconti a qualcuno…

Archivio per 18 ottobre 2011

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Quando i giornalisti hanno parlato degli arresti per i famigerati black block rei di aver provocato i disordini alla manifestazione di sabato a roma l’opinione pubblica è stata placata ed ha tirato un sospiro di sollievo…siii sono stati catturati i violenti avranno pensato….poi se si vanno bene a leggere le notizie cosa si scopre???che non hanno arrestato i violenti ma bensi quelli che sono considerati dei polli…i pesci piccoli insomma…oggi catturato “er pelliccia”…uno che ha pesato bene di nascondersi il volto ma si è dimenticato di coprirsi i tatuaggi…poi ecco gli altri…notare come un ragazzo sia definito un’ultra nel titolo senza poi farne menzione nell’articolo…

Scontri a Roma, gli arrestati: la disoccupata, i precari, l’ultrà…

ROMA – I precari, i due studenti, la disoccupata e l’ultrà del Lecce. Sono 13 le persone arrestate a Roma dopo i venti fermi seguiti gli scontri di sabato 15 ottobre. Tutti i giovani bloccati dalle forze dell’ordine sono sotto i 3o anni, sei sono minorenni, due le donne. La Stampa ci riporta le loro storie e i profili di alcuni di loro.
La disoccupata. Ilaria Ciancamerla era a piazza san Giovanni in mezzo al gruppo di pacifisti giunti per primi sul prato, prima ancora dell’intero corteo. Quando sono arrivati gli incappucciati vestiti di nero ed è iniziata la battaglia ha cercato di correre via ma è finita nel mezzo della carica e l’hanno fermata. Questo ha raccontato alla mamma, alla sorella e all’avvocato andati a trovarla in carcere. Ha 21 anni, nessun precedente e nessun collegamento con collettivi. Non ha un lavoro, di suo ha un diploma di linguistico e il desiderio di iscriversi all’università. Si è messa a cercare un lavoro ma per il momento dà soltanto una mano dietro uno dei banchetti Unicef per raccogliere fondi per aiutare i bambini. Abita con la mamma e la sorella in un appartamento alla periferia di Roma. Il padre è andato via da molti anni. Ad aiutarli sono i nonni e gli zii, contadini abruzzesi.
I precari. Avevano deciso di andarci in coppia alla manifestazione, o meglio in doppia coppia. Alessandro e Giovanni Venuto, due fratelli di 30 e 23 anni residenti in provincia di Roma, si erano dati appuntamento con le loro fidanzate, Alessandra Orchi di 29 anni, e Alessia Catarinozzi di 26, a piazza della Repubblica all’ora di pranzo per partecipare in gruppo alla marcia degli Indignati. Ma il loro sabato di protesta è terminato poche ore dopo in via Merulana, nel peggiore dei modi. “Volevano manifestare come tanti altri per denunciare le ingiustizie, ma in maniera assolutamente pacifica”, riferiscono i legali. Alessandro è lavoratore dipendente, ha “reati specifici” alle spalle, secondo la Digos, suo fratello è un precario, proprio come le loro due fidanzate residenti a Roma e provincia. Non appartengono a gruppi o organizzazioni di qualsivoglia genere, spiegano gli avvocati.
I due studenti. Quando la polizia si è diretta verso di loro per arrestarli, sono rimasti seduti, hanno alzato le mani per far capire che non avevano nessuna intenzione offensiva. Così è finita la manifestazione per Giuseppe Ciurleo di Ardea e Lorenzo Giuliani di Roma. Il primo è nato l’11 luglio 1991, il secondo il 3 aprile 1992. Entrambi sono studenti. Ma sono anche i più giovani tra i 12 arrestati sabato. Erano in via Labicana. “Ora si trovano in carcere, sono provati da questa drammatica esperienza. Le famiglie? Incredule”. Mai avrebbero pensato che i loro figli fossero dei facinorosi, e infatti non lo sono dicono gli avvocati che lo spiegheranno in tribunale. Anche se dovranno spiegare perchè Ciurleo, secondo l’informativa della Digos, al momento dell’arresto aveva con se una maschera antigas.
L’ultrà del Lecce. A giudicare dal suo passato sembra un veterano dei movimenti e di un certo ambiente militante. Valerio Pascali ha già un processo alle spalle, accusato quando ancora era minorenne di aver acceso un fumogeno durante una manifestazione per la Giornata dello Studente a Lecce. E’ stato assolto, unico fra quelli fermati in quell’occasione. Sabato è stato il primo ad essere portato in carcere mentre si trovava in una traversa di via Merulana. Era in un angolo, fermo. In testa aveva un casco, per proteggersi da eventuali oggetti volanti. Nelle tasche non aveva niente, né pietre, né altri oggetti pericolosi. Tra le mani, invece, stringeva una busta di limoni da usare per combattere il bruciore dei gas lacrimogeni. Ha 21 anni, viene da Lecce, da un anno vive a Bologna dove studia Giurisprudenza all’Università.

Dei terroristi insomma…ma il ministro dell’Interno Maroni sta studiando un reato specifico per i centri sociali violenti, quelli sospettati di essere il “vivaio” dei più bellicosi: “associazione di carattere militare con scopi politici”, ossia un reato a metà tra “associazione sovversiva” e “associazione di carattere militare con scopi politici”. Allo studio anche l’ipotesi di introdurre la “flagranza differita”: la polizia, normalmente, può arrestare qualcuno soltanto in flagranza o semiflagranza di reato. Ossia mentre compie il reato o l’ha appena compiuto (ad esempio un rapinatore che fugge con in mano la borsa di una signora), altrimenti ci vuole l’autorizzazione del magistrato. Per aiutare l’identificazione da parte delle forze dell’ordine dei responsabili delle violenze il concetto di “flagranza” potrebbe quindi dilatarsi fino a 5 o anche 7 giorni.

E come fare a identificare i responsabili, spesso a viso coperto e che nella folla possono disperdersi facilmente? Da una parte vietando i caschi nei cortei (con arresto in flagranza) dall’altra portando in piazza i coloranti negli idranti. La polizia “spara” un liquido colorato che svanisce nel lungo periodo e che così marchia i responsabili delle violenze. Oggi è vietato, salvo deroga speciale del ministro dell’Interno, ma di fatto non è mai stato utilizzato.

Si parla anche di fermo preventivo, un fermo studiato per chi sta preparando e organizzando un reato, prima ancora che compia un tentativo concreto. Lascia più perplessi l’idea di applicare le norme contro i violenti negli stadi ai teppisti delle piazze. Un “Daspo” potrebbe infatti rivelarsi incostituzionale. E anche l’idea di imporre il rito direttissimo non sembra fare al caso. La cosa potrebbe essere ritenuta incostituzionale e già in questi giorni la procura di Roma ci ha rinunciato per i primi dodici arrestati. Il rito direttissimo (particolarmente rapido e previsto per chi è arrestato in flagranza di reato) secondo il pm Saviotti “limita le indagini”. Ora i dodici rischiano tra i 3 e i 15 anni di carcere.


Blitz Greenpeace

A quanto pare quelli di Greenpeace non erano poi così pericolosi…

N. 03128/2011 REG.PROV.CAU.
N. 06890/2011 REG.RIC.

REPUBBLICA ITALIANA
Il Tribunale Amministrativo Regionale per il Lazio
(Sezione Prima Ter)

ha pronunciato la presente

ORDINANZA

sul ricorso numero di registro generale 6890 del 2011, proposto da:

Nazareth Sanzini, rappresentato e difeso dagli avv. Luca Gastini, Giuseppe Rombola’, Alessandro Gariglio, con domicilio eletto presso Giuseppe Rombola’ in Roma, Circ.Ne Clodia, 19;

contro

Ministero dell’Interno; la Questura di Roma.

per l’annullamento
previa sospensione dell’efficacia,

del provvedimento con il quale il Questore di Roma ordina il rimpatrio di Sanzini Nazareth a Udine con divieto di ritornare nel Comune di Roma senza la preventiva autorizzazione, per anni 3 e con l’ingiunzione di presentarsi a quella Autorità di P.S. entro giorni 1.

Visti il ricorso e i relativi allegati;
Vista la domanda di sospensione dell’esecuzione del provvedimento impugnato, presentata in via incidentale dalla parte ricorrente;
Visto l’art. 55 cod. proc. amm.;
Visti tutti gli atti della causa;
Ritenuta la propria giurisdizione e competenza;
Relatore nella camera di consiglio del giorno 31 agosto 2011 il dott. Fabio Mattei e uditi per le parti i difensori come specificato nel verbale;

Considerato che, ad una prima delibazione propria della fase cautelare, la domanda cautelare è sorretta in parte da fumus boni iuris, atteso che la condotta posta in essere dal sig. Sanzini (superamento indebito di una recinzione interna allo stadio Olimpico di Roma in occasione dell’incontro di calcio Inter-Palermo per appendere uno striscione dal seguente contenuto: “Da Milano a Palermo fermiamo il nucleare – Greenpeace”) non appare tale da farlo ritenere persona pericolosa per la sicurezza pubblica, ai fini dell’adozione delle misure, ex artt. 1 e 2 della legge n. 1423/1956, disposte con il provvedimento questorile impugnato.
Considerato che le spese della presente fase cautelare possono essere compensate, tenuto conto della peculiarità della fattispecie in esame.

P.Q.M.

Il Tribunale Amministrativo Regionale per il Lazio (Sezione Prima Ter)
accoglie la domanda cautelare proposta.
Compensa le spese della presente fase cautelare.
La presente ordinanza sarà eseguita dall’Amministrazione ed è depositata presso la segreteria del Tribunale che provvederà a darne comunicazione alle parti.
Così deciso in Roma nella camera di consiglio del giorno 31 agosto 2011 con l’intervento dei magistrati:
Giorgio Giovannini, Presidente
Roberto Politi, Consigliere
Fabio Mattei, Consigliere, Estensore

L’ESTENSORE

IL PRESIDENTE

DEPOSITATA IN SEGRETERIA
Il 02/09/2011
IL SEGRETARIO
(Art. 89, co. 3, cod. proc. amm.)

Dal Sito Istituzionale della Giustizia Amministrativa


Gli stadi restano vuoti

Inter, “scudetto” degli abbonati
Ma gli stadi restano vuoti

Sprofondata a fondo classifica, l’Inter può almeno consolarsi con lo “scudetto” degli abbonamenti: 34.732 tessere, 4000 in più dei “cugini” del Milan (30.398). Terza la Juventus, che grazie al nuovo stadio ha fatto un balzo avanti rispetto allo scorso anno (24.137). In ripresa la Lazio e l’Udinese, in calo la Roma. Giù anche la Fiorentina. Tiene invece il Napoli. Ultimo il Lecce (3.902). Da notare che quest’anno sono mancate piazze importanti e che Siena e Novara (7.216 abbonati) non hanno certo grossi stadi. Basta pensare che in serie B, la Sampdoria fa 17.042 abbonati, il Verona 10.543 (il Chievo, in A, ne ha 7.147). Ma di sicuro il trend degli abbonati in A è negativo, in calo continuo. La media spettatori (paganti+abbonati) è ferma da tempo intorno a quota 23.000: molti stadi sono mezzi vuoti. La percentuale di riempimento (intorno al 60%) è fra le più basse dell’Europa che conta. Pochissimi tifosi ormai vanno in trasferta. I presidenti spendono i soldi dei diritti tv per comprare nuovi calciatori (possibilmente stranieri, chissà come mai…) e non certo per sistemare gli impianti. Tanto, dicono, non sono loro ma dei Comuni: ma coi Comuni si possono fare convenzioni pluriennali, volendo. Niente. Claudio Lotito poi da tempo è in guerra col Coni, la nuova Roma invece si è accordata con Giovanni Petrucci per un piano di rilancio dell’Olimpico (garantendo che almeno sino al 2015 resterà lì). Il n.1 della Lazio, in radio, si è augurato che la nuova legge accorci i tempi: “Un anno per le autorizzazioni e tre per costruire un nuovo impianto”. E ha spiegato: “E’ passato un messaggio mistificatore che noi non vogliamo i vincoli. Noi invece vogliamo che i vincoli siano avallati in un’unica sede, che è la Conferenza dei servizi a cui partecipano tutte le autorità competenti. Questo, forse, a qualcuno non sta bene”.

Ascolti tv: troppi zero a zero, Rai in calo
Il modesto pomeriggio domenicale dei pareggi e il fatto che Inter, Milan e Napoli hanno anticipato al sabato non ha certo favorito le rubriche della Rai. Ecco gli ascolti: Primo stadio 0,25%, 46.000. Stadio Sprint 8,72%, 1.200.000; Novantesimo Minuto 12,10%,1.979.000; Domenica Sportiva 11,04%, 1.538.000; 5′ di recupero 15,17%, 4.200.000. Per quanto riguarda Sky, il pomeriggio calcistico ha fatto l’11,4%, con 1.769.000 spettatori (Chievo-Juve la gara più vista: 5,4%), mentre il derby romano ha toccato quota 7%, con quasi 2 milioni di spettatori medi (1.996.902). A questi va aggiunto il 4% di Mediaset Premium (1.140.000 spettatori).

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