Perche la vita non ha senso se non la racconti a qualcuno…

Vieste vs Monopoli

Vieste-Monopoli, l’informazione
ha fretta e non ha cura della verità

Vieste-Monopoli, l’avrete letto attraverso le cronache qui riportate, si è conclusa con l’arresto di 4 tifosi monopolitani a margine di scontri che li hanno visti coinvolti e che, sempre a dare retta a tali cronache, sembravano più o meno come la discesa di un’orda barbarica assetata di sangue, in preda al delirio distruttivo sfociato nell’assalto di tutto e tutti senza alcun perché.
L’informazione italica ha spesso fretta, specie nell’epoca attuale del tweet, della condivisione frenetica, del battere sul tempo tutti e urlare per primi “Annunciaziò, annunciaziò” nell’utopia di diventare LA firma famosa che ha dato quella specifica notizia. Così succede che per il prestigio dell’accelerazione qualcuno ha sacrificato il beneficio della verità, cosa che puntualmente è successa anche nel caso di Vieste-Monopoli, caso in cui il giornalista in questione ha puntualmente buttato nel cesso tutte le buone regole del giornalismo, chiesto in questura cosa fosse successo, e pubblicato quel mare di palese ed incredibile falsità, a cui è difficile credere anche sotto tortura. Poi, si sa, il giornalismo funziona per continui rimbalzi della stessa voce originaria cambiata solo qua e là per darle una parvenza di originalità che in realtà non ha.
Tra le tante buone norme disattese, in questo racconto horror di terrore e distruzione, tutti hanno colpevolmente dimenticato la principale e più importante, cioè dare almeno uno straccio di spazio e voce ad una delle altre parti in causa.
Conoscendo la Monopoli ultras piuttosto bene, non ho creduto fin dall’inizio e in minima parte a quanto riportato dalla stampa, ma al contrario di lor signori ho voluto comunque fare un facile e classico giro di contatti per risalire a fonti presenti in loco e metterli di fronte a questa presunta realtà urlata con toni tra lo scandalizzato e il moralistico, chiedendone conto e qualche spiegazione in più.

Bene, dopo una delle mie solite introduzioni-digressioni, veniamo al dunque: tutto comincia ad inizio della gara stessa, quando ai botteghini si è palesata chiaramente l’intenzione dei locali di approfittare della massa dei monopolitani in arrivo. Il prezzo del tagliando, 10 €, non ha trovato affatto d’accordo il manipolo degli Ultras che, dopo un veloce consulto interno fra le proprie componenti, ha optato per restare fuori dallo stadio come forma anche pacifica di protesta contro il caro-biglietti. Dopo un po’, quando era chiaro che il restar fuori non veniva recepita efficacemente come protesta, i ragazzi decidono di inscenare un piccolo corteo intorno allo stadio, per meglio far intendere le proprie istanze. Il tutto non solo si svolge senza particolari problemi, ma in più i ragazzi, nel loro giro, notano dei garage a ridosso del campo sportivo e decidono di salire su un muretto attiguo e guardare da lì la partita. Nemmeno questo crea particolari problemi o viene percepito dai locali come provocazione o chissa che altro, per cui si arriva fino al triplice fischio finale senza alcuna tensione e senza alcun problema, al netto degli sfottò.

La situazione comincia a peggiorare all’esterno, a fine gara: i ragazzi dei gruppi che hann seguito la gara dal muretto, tornano verso il parcheggio e alle loro auto tranquillamente, fino a quando scorgono in lontananza un gruppetto di monopolitani che, di ritorno al proprio furgoncino, vengono accerchiati e spintonati da un gruppetto di locali. Immediato scatta l’istinto di solidarietà verso i propri compaesani e il gruppone sopraggiunge a prenderne le difese, di lì in poi la degenerazione è stata progressiva ed inesorabile, alimentata soprattutto dall’intervento della sedicente “sicurezza” dello stadio che è intervenuta spranghe alla mano per affrontare i monopolitani, intervento di cui hanno raccolto persino testimonianza video a riprova della propria innocenza o comunque del fatto che non è stata certo aggressione ma semplice e legittima difesa.
Raccontare i momenti che sono seguiti è difficile anche per le persone coinvolte, perché nel parapiglia s’è capito poco, quello che è fuori da ogni ragionevole dubbio è che in tutto ciò non sono state toccate né bambini e né donne, l’unica donna vista era una signora che s’è messa nel mezzo ed ha rimediato qualche brutta parola ma non aggressione fisica. A rincarare la dose ci hanno pensato anche i pochi ed impreparati Carabinieri del posto, la cui regola d’ingaggio è stata caricare chiunque si muovesse, senza troppo andare per il sottile o verificare se e come fosse coinvolto. L’ulteriore scintilla è stata quando uno dei ragazzi, poi arrestato, si appropinquava al portabagagli della propria auto, gesto che dalle Forze dell’Ordine è stato frainteso ed interpretato come un tentativo di “armare” i presenti con spranghe o simili, al che ancora più feroce si è fatta l’azione delle FdO che non hanno più badato a sconti ma a fare piuttosto “ostaggi” in questa breve “guerra”, ostaggi che tradotto sarebbero arresti e “guerra” in cui la presenza e l’influenza della locale tifoseria è stata molto limitata, diciamo che è stata piuttosto l’evento scatenante, perché poi a dare vera e propria battaglia sono stati i carabinieri e soggetti della sicurezza, più altri non meglio identificati personaggi che qualcuno dei presenti associerebbe alla stessa società viestana.
La caccia agli “ostaggi” è talmente scriteriata che tutti si fanno l’idea di una vera e propria rappresaglia, pescando nel mucchio, senza guardare in faccia a colpevoli o innocenti, cosa che ovviamente indispettisce ulteriormente i più. Emblematico in tal senso è il fatto che a finire sotto le grinfie delle FdO è un ragazzo che non riesce in alcun modo a far valere le sue ragioni con le spiegazioni verbali, tanto che alla sua evidente difficoltà a discolparsi o anche solo a potersi esprimere, interviene il padre, con il risultato che a finire in manette è sia il figlio che il padre.
Alla fine della fiera gli arrestati saranno 4 in tutto, condotti nel carcere di Foggia e già scarcerati con obbligo di firma nella loro questura di pertinenza. Giovedì inizia il processo, resistenza a pubbico ufficiale e lesioni i capi d’imputazione.
Una buffonata, a leggere meglio gli eventi, e speriamo per tutte le persone coinvolte che si possa risolvere con una assoluzione piena, perché oltre al danno di un abuso di potere, delle percosse e del carcere, non si possono certo subire ulteriori beffe.
I pennivendoli farebbero bene ad informarsi meglio.
Forse anche questa versione dei fatti è condizionata da un qualche vizio di forma o di parte, però davvero è assurdo ed impensabile che la gente, come è stato scritto, vada in giro a devastare e distruggere aiuole, cassonetti e macchine o ad aggredire persone solo per un raptus di follia. L’unica follia è quella di chi scrive senza pensare o di chi crede di amministrare l’ordine pubblico come ai tempi degli sceriffi.

@sportpeople

Lascia un commento